I Volti Nuovi del Gruppo, Damiano Cima: “In questo mondo devi restare con i piedi per terra”
Damiano Cima è il nuovo appuntamento dei nostri Volti Nuovi del Gruppo, la rubrica con cui cercheremo di scoprire e presentare i neoprofessionisti italiani. Già stagista lo scorso anno, il corridore bresciano passa professionista con la maglia della Nippo – Fantini – Europa Ovini, con la quale correrà anche suo fratello Imerio, ancor più giovane. Classe 1993, lo scorso ann ha subito vissuto esperienze importanti con due trasferte negli USA e in Cina, attraverso le quali ha già potuto sperimentare il suo nuovo mondo.
Come ti sei avvicinato ciclismo?
Devo dire che ha iniziato prima Imerio, poi mi sono appassionato anche io finché non è diventata la mia professione.
Che tipo di corridore sei?
Sono un passista, mi difendo sulle brevi salite e ho un buon spunto veloce. Cercheremo di migliorare un po’ per poter essere competitivo e d’aiuto alla squadra.
L’anno scorso prima parte di stagione con gli Under 23, subito un successo, che emozione è stata?
Son subito partito forte, un grande successo per me. La prima corsa, la San Geo, che era per me in casa, mi è sfuggita perché ha attaccato Bonifazio nel finale e la Colpack era in superiorità numerica quindi mi son dovuto accontentare dle secondo posto. Il giorno dopo son riuscito a rifarmi vincendo a San Bernardino. Per me grande emozione. L’inverno avevo fatto tanti sacrifici con la mia famiglia e la mia ragazza. Un modo per ringraziare tutti.
Hai corso come stagista, partendo subito in una corsa difficile come il Tour of Utah, quali sono le differenze che hai trovato?
Qui è tutto un altro mondo. Bisogna gestirsi al meglio, forse nei dilettanti si è un po’ più coccolati. Qui vedi il campione, capisci che è un lavoro e devi dare il 100% tutte le volte che attacchi un numero sulla schiena.
Quanto è importante la presenza di tuo fratello, ma anche la tua esperienza di sei mesi al suo fianco per aiutarlo?
Penso che per lui sono molto importante. Io sono un po’ il più grande, forse la domanda spetta più a lui. A volte litighiamo, ma perché la vediamo un po’ differente. Io la vedo in modo più maturo, credo, lui in maniera un po’ diversa forse perché ha meno esperienza, è più giovane e ha più voglia di dimostrare. In questo mondo devi restare con i piedi per terra, passo dopo passo dimostrare chi sei. non puoi entrare in un mondo e subito entrare di prepotenza. Così, invece che farti del bene, ti fai subito del male.
C’è un corsa in cui vuoi fare bene in futuro?
La corsa dei miei sogni, per le mie caratteristiche, è la Milano – Sanremo, che mi piace tanto, davvero tanto. Spero di poterla correre un giorno.
C’è un corridore del passato al quale ti ispiri, che per te è un modello?
Essere qui, alla mia prima stagione da prof, è una emozione indescrivibile. Prima guardavo i campioni alla televisione, ora sono nel mezzo della corsa è una grandissima emozione… Penso che Paolo Bettini sia un po’ il mio idolo.
Saresti felice del tuo 2018 se…
Se a fine stagione, tirando il punto della situazione, mi rendo conto di essere migliorato personalmente, riuscendo a capire di essere cresciuto nella giusta direzione, permettendomi di dire “Sì, posso fare il corridore”.
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